Parlamento al lavoro: l’impegno della Camera dei Deputati nella regolamentazione dell’IA

L’Intelligenza Artificiale, per come sta prendendo forma, impatterà in maniera sempre più decisiva diversi settori delle nostre vite. Partendo da questa considerazione ho sentito l’urgenza di occuparmi sin da subito di questo importante tema e di presentare una proposta di legge recante “Disposizioni concernenti la fornitura e l’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale”. L’intelligenza artificiale fa già parte della nostra vita quotidiana ed è ormai utilizzata in più della metà delle grandi aziende italiane. I sistemi di IA ci suggeriscono i prodotti da acquistare, i film o i brani musicali in linea con i nostri gusti, sanno rispondere a domande dei clienti via chat, possono riconoscere il volto di una persona per abilitare un accesso, smistare documenti in base al contenuto, supportare i medici nella lettura delle immagini radiografiche e nelle diagnosi, filtrare i curriculum per selezionare il candidato ideale. Quando arriva la notifica di un uso anomalo della nostra carta di credito perché è stata usata in una città dove non siamo mai stati prima, a suggerire alla banca di contattarci è, anche in questo caso, un sistema di IA, denominato “machine learning”, addestrato per il rilevamento frodi. Molte assicurazioni e compagnie finanziare usano l’IA per ricercare comportamenti sospetti e intervenire tempestivamente a tutela dei propri clienti. Attualmente i settori più avanzati nell’adozione di progetti di intelligenza artificiale sono banche, finanza e assicurazioni, automotive, energia, logistica e telco.
La comunità scientifica si è trovata d’accordo nel definire due differenti tipi di intelligenza artificiale: una IA in grado di simulare alcune funzionalità cognitive dell’uomo senza tuttavia raggiungere le capacità intellettuali tipiche dell’uomo e una IA in grado di diventare sapiente o addirittura “cosciente di sé”. Il 2022 è stato l’anno in cui i sistemi di IA sono approdati sul mercato e questa tecnologia è diventata nota anche alle persone comuni: per fare un esempio ChatGPT ha raggiunto un milione di utenti dopo solo 2 giorni dall’approdo sul mercato e DALL-E 2 è arrivata a generare 2 milioni di immagini al giorno, sancendo la definitiva affermazione dell’IA generativa. È sufficiente verificare che dal 2000 ad ottobre 2022, ricercando con Google “ChatGPT”, si ottenevano solo 69 risultati, mentre la stessa ricerca circoscritta ai soli ultimi due mesi dello stesso anno, restituiva quasi 300 milioni di pertinenze. La diffusione è tale che in soli 5 giorni dal lancio si erano registrati già 1 milione di utenti (Facebook ci aveva messo 10 mesi per arrivare allo stesso risultato, Netflix 3 anni) e che l’11 gennaio il sistema è andato in tilt per i troppi utenti connessi.
In Italia, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, il mercato delle soluzioni e dei servizi IA nel 2022 ha raggiunto il valore di 500 milioni di euro, facendo registrare una crescita di ben il 32% in un anno.
Ben 6 aziende italiane su 10 (61%) ha avviato almeno un progetto basato su questa tecnologia e di queste ben il 41% ne ha all’attivo più di uno. Il 73% delle iniziative (365 milioni di euro in valore) è stato avviato direttamente da realtà nazionali mentre il 27% fa riferimento a ricadute di progetti internazionali (135 milioni di euro in valore). Se si guarda alle PMI, invece, il tasso di adozione cala drasticamente: solo il 15% ha almeno un progetto di sviluppo di sistemi di IA avviato (era il 6% nel 2021), ma una su tre ha già in programma di avviare nuove iniziative nei prossimi due anni. Appare evidente che l’adozione di sistemi di intelligenza artificiale ha un forte potenziale per apportare benefici alla società, crescita economica e rafforzare l’innovazione e la competitività. Allo stesso tempo, è comunemente riconosciuto che le caratteristiche specifiche di alcuni sistemi di AI sollevano alcune preoccupazioni, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza, la protezione e la tutela dei diritti fondamentali. L’intelligenza artificiale è al centro delle attenzioni di questo Governo, nella consapevolezza che è una grande opportunità, dalla sanità alla formazione, ma anche un tema che va governato.
Il governo italiano con il suo disegno di legge sull’intelligenza artificiale (AI), si appresta a fare da completamento all’AI Act, approvato il mese scorso dal Parlamento europeo. Bruxelles ci ha abituato ad essere quella maggiormente interventista, quando c’è di mezzo un’innovazione da normare. Sull’IA Act è stato raggiunto un accordo politico importante, il tutto mentre i due poli globali più importanti, Stati Uniti e Cina, cercano la loro strada. Con questo disegno di legge governativo si punta a indirizzare e plasmare il futuro dell’AI in Italia, evidenziando una visione costruttiva e cautelativa del suo sviluppo ed utilizzo. Un provvedimento che definisce i contorni di un progetto che vuole porre l’Italia al centro di un dibattito globale su come l’AI dovrebbe essere regolamentata e che sarà tra i punti salienti dell’agenda del G7. La presidenza italiana del G7 intende valorizzare e sostenere il percorso sull’Intelligenza artificiale anche tramite la “Rome Call for AI Ethics” promossa da Papa Francesco che sarà ai lavori, a metà giugno, “in presenza”, come precisato dalla Santa Sede, e interverrà nella sessione dedicata all’IA. Tutte le misure contenute nel ddl riflettono un approccio dettagliato alla regolamentazione dell’AI, segno di un impegno a considerare le molteplici dimensioni, etiche, sociali, economiche che questa tecnologia implica, un quadro normativo complesso che copre vari aspetti dell’AI, dalla ricerca allo sviluppo, dall’adozione all’applicazione, garantendo che la tecnologia agisca in modo da supportare, e non soppiantare, la capacità umana di prendere decisioni consapevoli ed etiche.
Tra le novità più salienti, si annunciano misure che introducono circostanze aggravanti speciali per alcuni reati nei quali l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale abbia una straordinaria capacità di propagazione dell’offesa, l’implementazione di un sistema di fisco automatizzato, l’istituzione di bollini anti-deepfake per contrastare, la disinformazione e la destinazione di fondi considerevoli. In ambito sanitario prioritario è il diritto dell’interessato ad essere informato circa l’utilizzo di tali tecnologie e si istituisce una piattaforma di intelligenza artificiale per il supporto alle finalità di cura e, in particolare, per l’assistenza territoriale. Per quanto riguarda la governance, il disegno di legge propone un modello di controllo congiunto tra l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), per raggiungere il duplice obiettivo di promozione dell’innovazione digitale e la necessità di assicurare la sicurezza cibernetica. Si prevedono investimenti per un ammontare complessivo di 1 miliardo di euro, nei settori dell’intelligenza artificiale, della cybersicurezza e del quantum computing delle telecomunicazioni e delle tecnologie per queste abilitanti, al fine di favorire lo sviluppo, la crescita e il consolidamento delle imprese operanti in tali settori. Questa iniezione di capitali dimostra la volontà del governo di investire in modo concreto nella ricerca e nello sviluppo dell’AI, riconoscendo il potenziale trasformativo di queste tecnologie per l’economia e la società italiane.
La proposta di legge da me presentata ha l’obiettivo di adottare norme per garantire che l’intelligenza artificiale sia sviluppata e immessa nel mercato nazionale in sicurezza, sfruttandone opportunità e benefici, oltre che garantire la protezione dei principi etici. Si tratta di un testo normativo che chiaramente vede il suo completamento nell’ottimo lavoro svolto dal Governo Meloni con il Dl emanato, pensato per bilanciare innovazione e protezione: le aziende che creano IA devono sviluppare una tecnologia che non leda i diritti fondamentali, che tuteli la privacy e che non costituisca un rischio per le persone. Chiaramente si tratta di una sfida complessa perché impedire ai chatbot come ChatGPT di diffondere alcuni contenuti è un obiettivo tecnologico importante e complesso da raggiungere. La mia iniziale proposta di legge, composta da quattordici articoli, stabilisce alcune regole per consentire lo sviluppo e l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale nel territorio nazionale; indica i requisiti per i sistemi di IA in relazione alla trasparenza e alla fornitura di informazioni agli utenti. In particolare, dispone che i fornitori o gli utenti di un sistema IA che manipola immagini o contenuti audio o video devono rendere nota la suddetta manipolazione artificiale così come nel settore dei media e dell’editoria debba spettare ai redattori il compito di occuparsi delle considerazioni etiche e delle decisioni più complesse.
La proposta di legge mira a vietare quei sistemi di IA che utilizzano tecniche subliminali che non essendo percepibili dalla mente cosciente o perché sfruttano la vulnerabilità di utenti anziani o con disabilità mentali possono arrecare danni fisici o psicologici. Inoltre, una volta che si convenga che il sostegno alla ricerca è la spina dorsale del futuro di ogni Nazione progredita, che la tutela del patrimonio storico è un dovere che abbiamo verso ciascuno di noi e le generazioni future e che la sua valorizzazione è la strada maestra che ne permetterà la conservazione nel tempo, ho sentito forte la consapevolezza di prevedere un articolo per promuove e favorire lo sviluppo di sistemi di AI per il patrimonio culturale italiano al fine di fornire strumenti più efficaci a istituzioni, organizzazioni, persone che si dedicano alla tutela, alla conservazione e all’arricchimento del nostro patrimonio culturale.