IL NUOVO ANNO PARLA EUROPEO

IL NUOVO ANNO PARLA EUROPEO

I l 2024 sarà l’anno di una nuova Unione europea. È questo il pronostico dell’anno appena iniziato che raccoglierà i risultati delle elezioni europee davanti a contesti geopolitici e socioeconomici completamente mutati nell’ultimo biennio. e non solo.

Come cittadini europei, a giugno saremo chiamati alle urne per votare il nuovo Parlamento europeo – dunque i nuovi eurodeputati che ci rappresenteranno per i prossimi cinque anni di legislatura. Saranno 15 i seggi in più suddivisi tra 12 Paesi e per un totale di 720 eurodeputati. Ma a fare la nuova Unione europea non saranno tanto i numeri, quanto piuttosto le decisioni e le policy che seguiranno nei mesi successivi al rinnovo del Parlamento europeo. In termini di aspettative, ma anche e soprattutto di prospettive: concrete e in continuità con quanto già fatto.

È proprio su queste elezioni – o se vogliamo, da queste elezioni – che si riversa l’aspettativa di un’Unione europea più consolidata, definita e integrata nel disegno di quello che abbiamo già testato in questi anni. Più consolidata, in una nuova maggioranza parlamentare in cui dovrà essere l’impegno comune e condiviso delle forze politiche storiche a dare continuità al progetto europeo. Più definita, nei rapporti tra gli Stati membri e le istituzioni europee e tra le istituzioni stesse, con il Parlamento europeo divenuto più protagonista e accountable nel corso di quest’ultima legislatura, tanto nel suo

ruolo di supervisore verso la Commissione quanto di colegislatore con il Consiglio. Infine, una Unione europea più integrata. Nell’ambizione già disegnata dalla Commissione europea con il Pacchetto Allargamento e nella visione dell’economia europea indicata da Mario Draghi al Financial Times, che sia in grado di “ritrovare in fretta la competitività perduta negli ultimi 20 anni”. Un percorso più volte abbozzato in questi anni e che alla fine del 2023 ha trovato concretezza nell’apertura verso est, rispondendo all’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina anche con le politiche di integrazione. Non solo ufficializzando gli sforzi di Ucraina e Moldavia nell’adesione all’UE ma, per la prima volta, aprendo le porte anche alla Georgia come Paese idoneo a ricevere lo status di Paese candidato.

Un Pacchetto che parla di futuro dell’Europa e che segna il percorso della Commissione a guida von der Leyen nella costruzione dell’Unione europea sempre più competitiva nello scenario geopolitico globale dominato dall’accelerazione e guidato dalle transizioni, green e digitale. E che oggi si conferma nella fiducia dei cittadini europei verso l’Unione europea: ben oltre la metà (66%) ottimista verso il futuro dell’Europa. Un sentiment di visione comune che restituisce all’Unione europea il merito dall’impegno di questi anni, davanti alle complessità attraverso cui è passata. E che, dal 2024 in poi, dovranno tradursi in opportunità. Per evolversi in “un’unione più profonda” – per dirla con Mario Draghi – pronta a rispondere, a una voce sola, ai cambiamenti in atto e a quelli che verranno. E intraprendere una nuova narrativa europea.

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