L’ESTETICA DELLA DEMOCRAZIA E LA TENTAZIONE DEL BREVE TERMINE

La politica, non nascondiamoci, è ferita, malconcia e tormentata, nei paesi democratici, e non solo. È svilita dalle continue tentazioni del breve termine, dalla mancanza di strategia nell’elaborazione del pensiero, nella assurda ricerca di un risultato a tutti i costi, che ingenera solo nuova arroganza. Un compromesso forzato sembra essere sempre meglio del contrappeso degli equilibri in campo. E come un contrappasso, non solo abbozzato, ma vissuto e schiacciante, ecco che erompe la storia con tutte le sue conseguenze.
La politica è infatti responsabilità, è cura, è vocazione: alla crescita, al saper fare, al saper discernere. È anche equilibrio di contrasti, rappresentazione di leadership diverse e confliggenti: ma non una guerra, giocata con altri mezzi e su altri piani. E, anche fuori dagli scenari di guerra vera, lo è diventata anzi accresce sempre più in questa forma. I miti antichi ci riportano racconti, più o meno inventati, nei quali persino l’Olimpo era luogo di conflitto “politico”: ma, forse, in questa realtà, abbiamo finanche superato le divinità inventate.
Parlamento Magazine è un contenitore che nasce da alcuni professionisti della politica, dell’attivismo e dello studio della politica.
Professionisti dell’advocacy che non vogliono sentirsi ripiegati e sconfitti nella mancanza di senso di quelle istituzioni che hanno imparato a servire. Nessuno di noi ha mai avuto la tentazione di confrontarsi con l’avversario, ma siamo stati sempre animati dalla bellezza della scelta pubblica, del policy making, del public affairs.
Perché abbiamo deciso di portare avanti anche questo progetto?
Il paese viene da anni di populismo trasversale, e di mancanza di merito, al punto che questa follia sembra quasi fuori contesto. Ma è proprio la passione per il Paese, per l’Europa e per il mondo libero, che ha cementato in noi e tra noi la volontà di perseguire questa avventura. Perché la rivista che hai fra le mani, Parlamento Magazine, vuole essere il luogo del dibattito, della costruzione del pensiero, dell’agire estetico ed epistemologico, che può contribuire alla scelta pubblica. Un luogo dove l’io possa diventare noi, e dove la scienza e la filosofia, possano tornare ad essere fonte di ispirazione della legislazione.
equilibri, ispirati al bene comune, dove le cose possono essere realizzate. Il Parlamento è la sede privilegiata dell’espressione della leadership. È il luogo della capacità di “espressione e rappresentazione” dei parlamentari, al di là delle istanze dei partiti e degli interessi di breve termine: un luogo dove creare, nel senso di saper essere creativi e proporre le soluzioni più innovative che il sapere dialogico e relazionale può essere capace di generare.
Questa rivista ha l’obiettivo di restituire al “Parlamentare” la sua postura naturale, il corretto gusto per la scelta pubblica e la decisiva scelta della responsabilità. Ciascuno dei Membri del Parlamento può fare la differenza. E per questo vogliamo raccontare il loro impegno soprattutto all’esterno. Non nel constatare quanto i regolamenti possano essere distanti dal percorso della responsabilità, ma quanto quella agentività responsabile può essere foriera di acquisizioni di soluzioni innovative e prodromiche al cambio di paradigma: un cambio, ben inteso, che si dovrebbe sostanziare, nel rispetto e nell’accrescimento della soluzione democratica senza scadere nuovamente in eccessi populisti e/o sovranisti.
Ecco, questo è il Parlamento che vogliamo immaginare e che vogliamo aiutare a realizzare con il nostro umile contributo.
Dovremmo rientrare nella stagione dei doveri civici dei parlamentari, in cui la loro azione di rappresentanza diventa un piccolo/grande nucleo di espressione della rappresentatività di quel potere, che dal popolo si trasferisce a colui che viene insignito della rappresentatività dell’agire politico. Ed è allora che la bellezza del percorso diventa un’azione di sostegno e di discernimento del vivere comune, per creare quel valore, che prima di ogni altra cosa ci rende, e persegue, la giustizia dell’Umano.
L’estetica, cioè la bellezza, sta tornando al centro del dibattito filosofico, politico, pedagogico e sociale. Ci proponiamo di restituire importanza alla cultura intesa nelle sue accezioni più ampie di conoscenza e merito e nel suo modo di interagire con tutti i portatori di interessi. Per noi la capacità di fare sintesi non è un processo di semplificazione della complessità ma un luogo creativo di soluzioni che siano capaci di generare appunto valore, valori e visione futura e condivisa.
Per far “fiorire” e progredire le organizzazioni istituzionali, ma anche le imprese, è fondamentale sentirsi parte di una complessità sociale e politica nella quale far risplendere le proprie capacità e il proprio purpose. Un’organizzazione responsabile è una struttura di governance e di leadership, che non essendo sottoposta alla tentazione del breve termine può utilizzare le leve della buona Governance con un’accezione e un proposito rigenerativo.
Usare la leva della governance per creare valore, ancor prima del profitto – o del dettare un’agenda spesso solo apparentemente coerente con le richieste del proprio elettorato, per giungere a disseminare competenze, merito, valore e valori che possano essere alla base di un auspicabile cambio di paradigma. Potrebbe voler dire recuperare una fiducia, diventare una comunità di intenti per far crescere la consapevolezza che accresce la frequenza dell’essere, che diventa “esserci”, per approcciare, insieme, una complessità crescente.
Per questo è essenziale ripartire dall’ascolto e dalla condivisione per trovare lo spazio corretto per essere quel cambiamento necessario per la costruzione del futuro. Noi ci siamo.