La libertà che guida il popolo: il primo quadro politico nella storia della pittura moderna

La libertà che guida il popolo: il primo quadro politico nella storia della pittura moderna

H o cominciato un tema moderno, una barricata e, se non ho combattuto per la patria, almeno dipingerò per essa». Così scriveva nel 1830 Eugène Delacroix – il principale esponente del movimento romantico in Francia – in una lettera al fratello riferendosi al grande dipinto La Libertà che guida il popolo, «il primo quadro politico nella storia della pittura moderna», così come definito dal critico d’arte Giulio Carlo Argan. Si tratta di un dipinto che ha avuto, sin da subito, una grandissima eco per via del suo contenuto spiccatamente simbolico e celebrativo della libertà, del patriottismo, e della centralità del popolo nella costruzione del destino di una nazione.

Ma a quale fatto specifico della storia fa riferimento il nostro pittore?
Nel 1829 il Re di Francia Carlo X di Borbone, convocò al potere Jules de Polignac, capo della Congregazione, cui affidò la guida di un governo che adottò una politica spiccatamente autoritaria, emanando una serie di provvedimenti legislativi che scatenarono

la furia dei parigini. Questi ultimi, nel corso delle cosiddette “Tre Gloriose Giornate”, si ribellarono contro l’autorità regia ed alzarono le barricate nelle strade di Parigi.

Per la prima volta nella storia, con il trionfare di un’insurrezione popolare, un sovrano fu costretto a licenziare i suoi ministri, a revocare le ordinanze emesse e, infine, ad abdicare.

La tela, esposta al Salon del 1831, fu acquistata per 3.000 franchi dal governo francese che voleva esporla nella sala del Trono del Palazzo del Lussemburgo come monito per Re Luigi Filippo, asceso al trono francese dopo la fuga di Carlo X. L’opera tuttavia venne giudicata troppo pericolosa e “rivoluzionaria” e, pertanto, venne confinata in una stanza sprofondando nel dimenticatoio fino al 1848, quando venne esposta in occasione della Rivoluzione e, successivamente, nell’Esposizione Universale di Parigi del 1855. Dal 1874 infine, l’opera fa parte del Louvre, dove è tuttora esposta.

Dal punto di vista figurativo, la tela rappresenta tutte le classi sociali – non più le tradizionali figure mitologiche, eroiche o allegoriche – unite in lotta contro l’oppressore e guidate dalla personificazione speciale della “Donna-Francia”,

che, in quest’opera, assurge anche a simbolo della Libertà.

La protagonista è colta nell’attimo in cui avanza sicura sulla barricata, sventolando con la mano destra il Tricolore francese (forte il richiamo ai valori della rivoluzione del 1789) e impugnando con la sinistra un fucile con baionetta, a suggerire la sua diretta partecipazione alla battaglia. Indossa abiti contemporanei, ha il seno scoperto, i piedi nudi ed è realistica sino alla peluria sotto le ascelle. Nella sua posa monumentale, la Libertà esorta il popolo a seguirla e a ribellarsi.

E’ circondata da una folla tumultuosa, dove il nostro artista ha riunito persone di tutte le età e gli ordini sociali: a destra della donna troviamo un ragazzino armato di pistole, una “canaglia” come è stato definito, simbolo del coraggio e della lotta dei giovani contro l’ingiustizia della monarchia; a sinistra, invece, è riconoscibile un intellettuale borghese con un cilindro in testa e una doppietta in mano. Ai piedi della Libertà troviamo un giovane manovale che guarda la fanciulla piena di speranza, come se fosse l’unica in grado di restituire la dignità alla nazione

francese. Dietro questi personaggi iconici una massa indistinta di uomini, fucili, e spade. Alla base del quadro, infine, giacciono tre cadaveri: a sinistra un insorto dal corpo seminudo, mentre a destra troviamo un corazziere e una guardia svizzera, appartenenti alla guardia reale che combatté la rivoluzione in quei giorni.

Dietro il fumo degli incendi e degli spari si intravedono le torri gemelle della cattedrale di Notre-Dame che indicano l’esatta collocazione geografica dell’episodio, ovvero Parigi. I toni scuri predominati sono stemperati dalla luminosità dei tre colori repubblicani – il blu, il bianco ed il rosso -, che, dalla bandiera sventolata dalla Libertà, si propagano in tutta la scena, dalle cinture ai berretti, dalle vesti al sangue.

Nonostante la durezza macabra dei dettagli realistici, il nostro dipinto ha un significato spiccatamente ottimistico poiché i parigini in lotta, sono fiduciosi in loro stessi: lo stesso moto delle masse volge in avanti, si precipita verso lo spettatore, lo prende di petto, gli rivolge un discorso concitato. Lo inquieta e al contempo lo sprona all’azione.

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