Il legislatore tra cultura e innovazione con l’uomo al centro

La contemporaneità ci sta ponendo di fronte ad una vera e propria rivoluzione. Come scrive il filosofo dell’informazione Floridi i confini tra la vita online e quella offline tendono a sparire e siamo ormai connessi gli uni con gli altri senza soluzione di continuità, diventando progressivamente parte integrante di un’“infosfera” globale. L’era digitale non va vista come una semplice evoluzione della rete, è una rivoluzione culturale, una nuova scoperta del fuoco che investe tutto il nostro essere. Le nostre vite sono una sintesi tra virtuale e reale, dei “gemelli digitali”, per citare il libro da poco pubblicato per i tipi Maggioli editore “Educazione civica digitale – Abbecedario essenziale”, di Agostino Ghiglia, componente del Garante per la protezione dei dati personali. Junger diceva che “la tecnica è la magica danza che il mondo contemporaneo balla. Possiamo partecipare alle vibrazioni e alle oscillazioni di quest’ultimo soltanto se capiamo la tecnica. Altrimenti restiamo esclusi dal gioco.” L’Italia non può restare esclusa dal gioco.
Da sempre auspichiamo e lavoriamo per favorire ed incentivare l’innovazione, ma mantenendo sempre l’uomo e i suoi diritti al centro del sistema.
L’annuncio dell’investimento del Governo di un miliardo di euro sull’Intelligenza artificiale grazie all’impegno di Cassa Depositi e Prestiti è un passo avanti fondamentale per la ricerca e lo sviluppo su questo aspetto. Non possiamo più permetterci un livello di arretratezza come quello denunciato dal testo. Il mondo che viviamo, ormai – per parafrasare Byung Chul Han – è derealizzato dall’ordine digitale.
Come propone Ghiglia la soluzione è educare tutti, anche i nativi digitali, ad un uso consapevole di internet, della rete e delle nuove tecnologie, per garantire una pari accessibilità al mondo digitale. I dati dell’Istituto Piepoli testimonia che l’83% degli italiani conferma l’importanza del digitale nella propria vita di tutti i giorni ma, secondo una rilevazione dell’Istat, il dato della popolazione con competenze digitali almeno di base della fascia 16-19 è peggiorato di circa tre punti rispetto al 2021. Con la rivoluzione che stiamo vivendo, quindi, non dobbiamo parlare solo di diritto alla connessione, ma anche di consapevolezza.
Non dobbiamo lavorare solo alla cultura dell’innovazione, ma anche all’innovazione della cultura. Come ha detto il Ministro Sangiuliano l’umano deve dominare i processi senza bloccare l’innovazione e lo sviluppo, garantendo, allo stesso tempo, un approccio etico e la sicurezza dei cittadini. “Deve essere sempre l’essere umano il dominus e il regista dei processi creativi”, per riprendere le parole del Ministro.
La commissione VII ha iniziato un’indagine conoscitiva sui temi dell’innovazione tecnologica sui settori di competenza della commissione. Le indagini conoscitive sono fondamentali per fotografare lo stato dell’arte e risolvere determinate criticità. Da sempre, ad esempio, sosteniamo la transizione digitale dei musei e dei loro archivi, per rendere più fruibile il patrimonio artistico ai ricercatori e non solo. Come detto, tuttavia, dobbiamo tutelare i processi creativi e l’intelligenza umana dall’utilizzo pericoloso ed illegittimo delle nuove tecnologie. Abbiamo già influito sullo scenario europeo in materia di tutela della creatività e del diritto d’autore con la prima legge europea contro la pirateria digitale. Diecimila posti di lavoro saranno tutelati grazie a questa legge. La maggioranza con il disegno di legge sull’intelligenza artificiale ha confermato questo approccio antropocentrico.
Heidegger, nel “L’abbandono”, all’inizio degli anni sessanta diceva che “ciò che è veramente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica, ma è di gran lunga più inquietante che l’uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo.” In questo senso il settore culturale non può permettersi di farsi trovare impreparato. Come legislatori, abbiamo già dato risposte a livello parlamentare e stiamo lavorando per avere la regolamentazione più all’avanguardia in Europa sul connubio tra cultura e innovazione.