Perché le sandbox regolamentari sono necessarie nella disciplina dell’IA

Oggi il tema centrale di discussione in occidente, sia in ambito politico sociale sia in ambito economico e lavorativo, è diventato quello dell’IA e del suo impatto sulla nostra società.
Il governo ha predisposto un provvedimento di legge che ha come obiettivo quello di stabilire alcuni princìpi, determinare le regole complementari a quelle del regolamento europeo che è stato approvato e individuare le misure più efficaci per stimolare il nostro tessuto produttivo.
Nel PNRR oltre 6 miliardi di euro sono destinati a trasformare la PA in chiave digitale.
L’Italia si posiziona al secondo posto in Europa per numero di sperimentazioni nel campo dell’Intelligenza Artificiale nel settore pubblico e al primo posto per numero di progetti pilota implementati. Ciò evidenzia l’interesse e l’attenzione della nostra Pubblica Amministrazione nei confronti di tale soluzione tecnologica.
Il 7 dicembre scorso il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno raggiunto l’accordo provvisorio sul nuovo Regolamento sull’intelligenza artificiale (“AI Act 2023”), proposto dalla Commissione nell’aprile 2021.
L’accordo raggiunto sull’AI Act 2023, concentrando la regolamentazione sui rischi individuabili, è sostanzialmente, corretta: i processi innovativi vanno governati ove possibile e non solo assecondati.
L’obbiettivo di fondo è quello di creare un mercato digitale europeo in cui vengano sviluppati nuovi sistemi di IA in grado di assicurare al tempo stesso il rispetto e la centralità della persona umana.
Il Consiglio d’Europa ha istituito una commissione ad hoc che sta elaborando una bozza di trattato internazionale che tenta di declinare l’IA con riferimento alle sue conseguenze sulla tutela dei diritti umani, sulla democrazia e sullo stato di diritto.
Si tratta di iniziative fondamentali, ma non dobbiamo tralasciare che queste sfide per essere vinte non hanno bisogno solamente di regolamentazione ma anche di sviluppo industriale.
Dobbiamo avere una visione industriale della IA e tornare ad alimentare il settore della Ricerca in un continuo, moto perpetuo, tra pubblico e privato.
La regolamentazione europea dei sistemi di intelligenza artificiale mira, quindi, al sostegno dell’innovazione mediante la previsione di uno spazio digitale sicuro di sperimentazione normativa, creando i presupposti per la definizione di un quadro giuridico anche da parte dei singoli Stati membri.
In Spagna, ad esempio, è stato creato un sandbox per l’intelligenza artificiale finalizzato a connettere operatori del settore ed enti regolatori, nonché a fornire un ambiente controllato che agevoli lo sviluppo e la validazione dei sistemi innovativi di intelligenza artificiale.
Si tratta di un progetto pilota che ha messo in pratica i requisiti proposti a livello comunitario per i sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio, fornendo dati utili per lo sviluppo di norme europee armonizzate e per gli ulteriori lavori preparatori a livello nazionale e dell’Unione europea.
A livello internazionale, altri Stati hanno sentito l’esigenza di strutturare sandbox regolamentari per l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale, a partire dal progetto della Financial Conduct Authority inglese sino a quello sostenuto dalla Monetary Authority of Singapore, ma iniziative in materia sono in corso di adozione anche in Germania, a Hong Kong, in India, in Finlandia, nei Paesi Bassi, in Danimarca, in Polonia, in Lituania e a Malta.
Oltre alla cifra di 1,7 miliardi di euro in 5 anni previsti dal ministro Giorgetti da destinare all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale all’industria manifatturiera di eccellenza in Italia, a partire da automotive e aerospazio, ecco la nostra proposta per la creazione della Sandbox per l’IA.
Proprio per questo motivo Giulio Centemero ha presentato alla Camera dei deputati una proposta di legge rivolta alla sperimentazione economica dell’intelligenza artificiale.
Lo scopo del disegno di legge, che ho presentato in Senato è creare uno spazio tecnico-normativo sperimentale e temporaneo per le attività che impiegano sistemi di intelligenza artificiale, per “promuovere l’innovazione e consentire lo sviluppo sul territorio nazionale dell’intelligenza artificiale e dei suoi possibili usi”.
Si tratta di introdurre una “sandbox regolamentare per l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale”.
In generale, la sandbox, che prende letteralmente il nome dal recinto di sabbia in cui giocano i bambini, fa riferimento a un ambiente controllato dedicato alla sperimentazione di attività tecnologicamente avanzate, come dimostrano gli esempi ad oggi esistenti in più settori, come la tecno-finanza, l’intelligenza artificiale e la blockchain. Si tratta di attività che non solo necessitano di essere disciplinate e monitorate per ragioni di interesse pubblico, ad esempio la tutela di consumatori e investitori, la protezione dei dati personali, e per la salvaguardia dei diritti fondamentali, ma che richiedono anche un’autorizzazione o una forma di registrazione da parte dell’Autorità competente.
Così come per la ‘sandbox Fintech’, introdotta con il decreto Crescita del 2018, la ‘sandbox AI’ faciliterà l’accesso, includendo anche operatori con progetti sperimentali che ancora non trovano regolazione nel sistema italiano.
Il sandbox rappresenta una preziosa opportunità per l’attrazione in Italia di talenti imprenditoriali e per lo sviluppo del sistema produttivo in generale, perché si tratta di uno strumento finalizzato a ridurre i costi, a testare nuove soluzioni e prodotti, al possesso di una sorta di titolo di qualità. L’istituto punta a favorire la sinergia tra istituzioni e mercato, incoraggiando la sperimentazione di progetti imprenditoriali innovativi e potenzialmente rivoluzionari.
Come Lega puntiamo alla promozione della sinergia tra istituzioni e mercato, incoraggiando la sperimentazione di progetti imprenditoriali innovativi e potenzialmente rivoluzionari.