Superare il divario digitale: una priorità per l’Italia in transizione

Superare il divario digitale: una priorità per l’Italia in transizione

Da qui ai prossimi anni, il nostro Paese è chiamato ad affrontare una sfida senza precedenti, quella della transizione digitale. Dalla pubblica amministrazione al commercio, dalla comunicazione alla sanità, dal lavoro all’istruzione, dal mondo bancario a quello lavorativo: non c’è settore, della vita pubblica e privata, che si possa ritenere impermeabile alle novità che la rivoluzione digitale 4.0 porta con sé, prima tra tutte la rete internet fino ad arrivare all’intelligenza artificiale che è destinata a rappresentare una vera e propria rivoluzione copernicana nell’era digitale.

L’innovazione tecnologica è, pertanto, una via obbligata per la crescita dell’intero Paese e del nostro tessuto sociale, economico e imprenditoriale in quanto può rafforzare la competitività delle nostre imprese a livello nazionale e internazionale e determinarne lo sviluppo.

Eppure, vi sono zone nel nostro Paese – al Sud come al Nord – che, ancora oggi, si ritrovano ad essere escluse dalla ricezione del segnale telefonico e internet e, per tal motivo, sono costrette a uno stato di isolamento, ancor più amplificato durante l’emergenza pandemica la quale, a causa delle misure restrittive imposte, ha condotto ob torto collo al ricorso massiccio degli strumenti digitali per lavorare e studiare «da remoto». Un esempio per toccare terra. A Depressa, una piccola frazione in provincia di Lecce, per poter fare una chiamata o un pagamento elettronico si è costretti a dover uscire in strada o in giardino poiché il segnale telefonico è molto debole e la connessione internet non raggiunge la velocità necessaria per garantire la navigazione sul web. Una situazione anacronistica prima ancora che intollerabile che ho denunciato in una interrogazione parlamentare alla Camera dei deputati rivolta al Ministero delle attività produttive per una risoluzione celere del problema. Tuttavia, il digital divide, ossia il divario tra coloro che hanno accesso alle nuove tecnologie e coloro che ne sono esclusi, è un fenomeno che non può essere affrontato a macchia di leopardo ma necessita di interventi strutturali che, d’un lato, quanto alle infrastrutture, riguardino tutte le aree interne del Paese, già colpite da un alto tasso di spopolamento; dall’altro, quanto alle competenze, siano diretti a tutta la popolazione, qualsiasi sia la fascia anagrafica o la condizione economica cui appartengono. A questo stiamo lavorando, nel corso di questa Legislatura, per creare le condizioni per sviluppare innovazione, ricerca, competitività per la transizione e digitalizzazione del Paese.

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