Via libera dell’Unione europea alla legge sull’IA. È la prima al mondo

Mentre scrivo questo articolo mi imbatto nel tweet di Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, che scrive: “L’Europa parla con una sola voce sull’Intelligenza artificiale”. Si riferisce al via libero definitivo del Consiglio europeo alla legge sull’intelligenza artificiale, da lui proposta circa due anni fa e che ha visto come relatori al Parlamento europeo Brando Benifei e Dragoş Tudorache.
In una mossa storica, il Consiglio Europeo ha dunque approvato nella giornata del 21 maggio le prime norme mondiali sull’intelligenza artificiale, stabilendo un nuovo standard globale per la regolamentazione di questa tecnologia in rapida espansione. La decisione arriva in un momento cruciale, dove l’adozione dell’IA sta crescendo esponenzialmente in settori che spaziano dalla sanità alla sicurezza, dall’agricoltura ai trasporti, dalla logistica alla cultura, dai media allo sport.
L’Unione si riconferma dunque punto di riferimento per la regolazione dell’economia digitale, dopo l’introduzione del Regolamento generale per la protezione dei dati (Gdpr), il Digital Markets Act e il Digital Services Act.
Le norme dell’AI Act mirano a creare un quadro sicuro e trasparente per lo sviluppo e l’uso dell’IA, assicurando che la tecnologia venga usata in modo etico e rispettoso dei diritti fondamentali. Il pacchetto legislativo distingue tra diverse applicazioni di IA in base al rischio che presentano, dalla bassa alla massima allerta, con regole più stringenti per le applicazioni ritenute appunto ad alto rischio.
Un elemento centrale della legislazione è la protezione dei dati personali. Le nuove regole insistono sulla massima trasparenza nelle operazioni di IA, richiedendo che gli utenti siano pienamente informati su come i loro dati vengano utilizzati. Inoltre, vengono imposti limiti rigorosi sull’uso di sistemi di riconoscimento biometrico in spazi pubblici, evidenziando l’importanza della privacy individuale.
A vigilare sulla corretta applicazione della legge sarà un ufficio AI all’interno della Commissione. Un gruppo scientifico di esperti indipendenti sosterrà invece le attività di applicazione mentre il Consiglio per l’IA, formato dai rappresentanti degli Stati membri, fungerà da piattaforma di coordinamento e organo consultivo della Commissione. Infine, un forum consultivo per gli stakeholder – come rappresentanti dell’industria, startup, società civile e mondo accademico – servirà a fornire competenze di natura tecnica al Comitato.
Le nuove regole verranno applicate a due anni dall’entrata in vigore, con l’eccezione dei divieti, che scatteranno dopo sei mesi, dei controlli sui sistemi di IA per finalità generali, compresa la governance (12 mesi) e degli obblighi per i sistemi ad alto rischio (36 mesi).
L’approvazione del 21 maggio segna un punto di svolta nella regolamentazione globale dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, il lavoro sull’AI Act evidentemente non può dirsi di certo esaurito. Guardando al futuro, sarà fondamentale continuare a monitorare l’efficacia di queste norme nell’integrare l’IA nella società in modo etico e sostenibile, adattando le strategie regolatorie alle evoluzioni tecnologiche e alle loro implicazioni socioeconomiche.
L’AI Act è dunque un primo passo cruciale su un cammino che richiederà costante aggiornamento e dialogo costante tra tutti gli attori coinvolti, dalla comunità scientifica alle istituzioni, fino al settore privato e al pubblico globale.